Last Updated on 18/04/2024 by BWA Editor
IL “MIO” MINIBASKET
Come ho vestito il “mio” Minibasket L’ho vestito con la semplicità, con il sorriso dei bambini, con le loro emozioni, con la loro gioia e con la loro naturalezza, con la voglia di giocare, di palleggiare, passare, tirare ……… e con il loro modo di rendere l’ora di Minibasket “indimenticabile”.
Non posso fare a meno di continuare a vestirlo, con abiti diversi, ma sempre con la voglia di passare con i bambini un’ora felice con la palla a spicchi. Sono orgoglioso e fiero di aver creato un Minibasket “a misura di bambino” e non a misura di Istruttore!
Premessa Il Minibasket ha bisogno di bambini intelligenti, non di bambini “Joystik” o “Play-station”, o “Robot” che eseguono meccanicamente ciò che propone l’Istruttore, i bambini a quest’età preferiscono essere stimolati piuttosto che istruiti. Non bisogna proporre ai bambini esercizi e giochi da ripetere senza pensarci, dobbiamo creare bambini creativi, fantasiosi, che commettano degli errori, che riflettano su che cosa devono fare, che prendano delle decisioni e che siano intraprendenti.
A tale scopo gli Istruttori devono: – presentare esercizi “intelligenti”; – infondere nei bambini entusiasmo, voglia di giocare e di divertirsi; – coinvolgerli emotivamente; – metterli in condizione di prendere delle decisioni, siano esse giuste o sbagliate. Per fare tutto ciò l’Istruttore Minibasket deve essere creativo, fantasioso, sensibile, paziente, sereno, disponibile, intelligente, con buon senso, innamorato del Minibasket e capace di emozionarsi.
Ogni Istruttore ha una propria idea di cosa è il Minibasket, io ho la mia e credo in quello che faccio. Bisogna partire dal modo di giocare dei bambini e non da ciò che si vuole insegnare.
Quando i bambini vengono in palestra portano con sé delle grosse attese: vogliono giocare, divertirsi e conoscere nuovi amici.
La lezione e l’allenamento di Minibasket è forse l’unico momento della giornata in cui i bambini si sentono liberi e deve essere una risposta positiva ai loro bisogni e alle loro esigenze.
A volte noi Istruttori inventiamo esercizi difficili, pensando che possano risolvere i problemi della partita e ci facciano vincere, inventiamo schemi di gioco, ma non risolviamo i problemi dei bambini che vogliono divertirsi e non diventare dei robot. Il nostro obiettivo è di trasformare gli schemi motori di base (camminare, correre, saltare, ricevere, etc.) e posturali (flettere, estendere, allontanare, avvicinare, etc.) che sono abilità motorie semplici, in abilità motorie complesse (fondamentali individuali cestistici) educando e sviluppando le capacità motorie individuali (condizionali, coordinative e di mobilità articolare).
La tecnica cestistica non migliora se non si educano e si sviluppano le capacità motorie individuali.
Conclusioni Bisogna far giocare subito i bambini e partire da ciò che sono in grado di fare: niente schemi di gioco, idee di gioco e ………. non dobbiamo insegnare assolutamente gli scivolamenti difensivi perché il bambino non difende, ma attacca l’attacco.
Prof. Maurizio Mondoni
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